Il lavoro in tempi di crisi

Se si vanno a considerare i dati e le statistiche relative al settore puramente e prettamente economico dell’economia e della finanza in Italia, gli ultimi due anni, coincisi con l’inizio di una crisi economica che, per molte imprese, ditte e aziende è stata veramente devastante, sono stati particolarmente difficoltosi per moltissimi italiani. Fra le problematiche più gravi e più drammatiche, naturalmente, abbiamo quella relativa al mondo del lavoro, che ha visto, nel corso dell’ultimo decennio, sempre meno entrate e sempre più uscite forzate.

Sono stati, infatti, dal 2006 circa a questa parte, moltissimi gli impiegati e i dipendenti che hanno visto improvvisamente cessare i propri contratti lavorativi, e non soltanto fra i più giovani (i quali, sfortunatamente, sono stati i consumatori più tartassati da questa crisi), ma anche coloro che risiedono in fasce di età più alte. E, naturalmente, con il passare del tempo, sempre meno aziende hanno assunto nuovo personale, andando quindi ad apportare a tutta un’altra serie di problematiche di natura economica, finanziaria, commerciale e sociale, che hanno portato ad un ulteriore indebolimento del potere d’acquisto da parte dei consumatori, che, con sempre meno dDSC_0028enaro in tasca, hanno avuto ben poche possibilità di reinvestire e spendere le proprie finanze sul mercato. Questo, naturalmente, ha portato al fallimento ed alla chiusura prematura numerosi altri esercizi commerciali, generando quindi una sorta di circolo vizioso che ha portato ad un impoverimento sempre maggiore sia i comuni lavoratori e dipendenti, sia i titolari e gli imprenditori che sono stati costretti a chiudere i battenti ed a dichiarare bancarotta.

Una reazione a catena pertanto distruttiva e gravissima, che, come dicevamo poc’anzi, ha frastagliato tutto il Belpaese per quasi due lustri. E se, tuttavia, fino allo scorso anno non c’erano dei sussulti né sembravano arrivare all’orizzonte molte speranze, questo 2015, invece, che è ormai pronto per andare in archivio, ha regalato alcuni segnali piuttosto incoraggianti, dando, pur se nei limiti, alcuni motivi per sorridere e per ben sperare nel prossimo futuro.

È lo stesso attuale presidente del consiglio, Matteo Renzi, nel corso della classica conferenza stampa di fine anno, a dirsi soddisfatto di come siano andate le cose in questo 2015. Il quale, a differenza di un 2014 che invece è stato ancora all’insegna dell’austerity, ha visto alcune situazioni migliorare, lasciando aperto un piccolo spiraglio di speranza per il prossimo futuro.

Il premier ha anche dichiarato che, a dispetto di quanto si pensava fino a un anno fa, quando gli interrogativi e i dubbi erano molti, e le speranze di far uscire l’Italia dal suo periodo di crisi stagnante sembravano praticamente prossime allo zero, il 2015 invece ha visto un leggero risollevarsi di diversi settori, portando molti dati a crescere e dando, quindi, dei segnali positivi per il 2016.

Matteo Renzi ricorda anche che la fiducia per l’attuale governo, che per alcuni negli ultimi tempi è in forte discesa, in realtà un anno fa era addirittura più bassa di venti punti rispetti ai tempi odierni, e che quindi, a suo parere, il Belpaese si sta finalmente rimettendo in moto, allontanandosi dalla crisi che l’ha colpito nell’ultimo decennio.