Sulla strada della ripresa economica l’Europa dovrà fare i conti con un anno elettorale ricco di appuntamenti, un 2017 che condizionerà inevitabilmente la crescita.
Il 2016 è stato prodigo di appuntamenti elettorali, con inevitabili ripercussioni sull’economia, ma il 2017 non sarà da meno.
Lo scorso anno accanto agli eventi della zona euro caratterizzati dalla Brexit, dall’elezione del nuovo presidente austriaco e dal referendum italiano, ha trovato spazio l’appuntamento d’oltre oceano con l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.
Ed è proprio in seguito a questa serie di eventi che la Banca centrale americana e quella europea hanno studiato linee guida ben precise, modulando le politiche monetarie agli eventi elettorali.
L’Europa ha davanti a se momenti complessi e tutta una serie di appuntamenti con le urne in vista
delle elezioni in Francia, Germania, Paesi Bassi e, con tutta probabilità, in Italia.
Saranno mesi decisivi e gli appuntamenti elettorali rischiano di frapporsi alla ripresa economica.
“La principale domanda per il 2017 è se l’EUR/USD raggiungerà la parità a causa della divergenza di politica monetaria e alla luce della politica di Trump – sottolineano gli analisti Sharp Trader -.
Un’altra incognita è data dall’UE, con molti che si domandano se l’Unione inizierà a disintegrarsi. Oltre alla Brexit, vi saranno le elezioni in diversi paesi importanti, come Olanda, Italia, Francia e Germania. I partiti anti-UE vinceranno e porteranno ad una disintegrazione dell’UE?”.
La Bce ha scelto misure molto poco tradizionali, che ha esteso a tutto il 2017, cercando di blindare quanto più risulti possibile la compravendita dei titoli di Stato.
Ad oggi le elezioni politiche in Francia, Germania, Paesi Bassi e Italia sono caratterizzate dall’assoluta incertezza in termini di risultati finali.
L’incertezza potrebbe essere la molla capace di far scattare in ambito di politiche fiscali nuovi programmi governativi, non più improntati con preponderanza all’austerità.
I governi europei potrebbero decidere di muoversi senza alcuna pregiudiziale su un terreno fiscale meno ferreo, supportati da adeguate politiche strategiche da parte della Bce.
Gli eventi politici risulteranno comunque l’ago della bilancia. Se l’Europa riuscirà a superarli senza troppi sobbalzi, o ripercussioni negative di grande portata, i rischi di ripresa economica dovrebbero ridursi drasticamente, ridando un po’ di fiato all’Europa e soprattutto alle politiche economiche.
Ad esserne convinti sono molti analisti che guardano all’Europa con ottimismo, gli stessi che avevano già sottolineato deboli segni di ripresa nell’ultimo scorcio del 2016 e oggi ipotizzano una crescita, seppur non spettacolare, nel 2017.
In Germania, Francia e Italia i politici hanno a che fare con difficoltà che nascono dalla lentezza con cui procede la crescita economica, messa alle corde anche da elementi quali il progressivo invecchiamento della popolazione ed il conseguente aumento dei costi in termini di sanità e pensioni.