Nel settore del monouso esistono, al giorno d’oggi, moltissimi prodotti diversi, in grado di soddisfare le più svariate esigenze ad un livello più o meno elevato. In linea di massima, il settore dell’usa e getta oggi si suddivide in due grandi categorie: da un lato tutto ciò che abbiamo sempre considerato come prodotto monouso, ossia piatti, bicchieri, stoviglie e posate di plastica, materiale che abbiamo sempre prediletto per la sua versatilità e per la sua funzionalità, pur tuttavia non comprendendone i limiti e le difficoltà; dall’altro lato, invece, prodotti che oggi si affacciano in maniera preponderante in questo stesso settore, e che si stanno facendo conoscere ed apprezzare per le loro infinite qualità.
Parliamo in particolare dei piatti biodegradabili di ecopiatti.net e di tutto quei prodotti di uso comune per la tavola, come i bicchieri in polpa di cellulosa o in canna da zucchero, le posate in legno di betulla, e tutto ciò che serve per soddisfare le nostre naturali esigenze di praticità pur tuttavia senza minare in alcun modo al benessere dell’ambiente che ci circonda e che ci ospita.
Le qualità di questi prodotti sono innegabili e praticamente visibili. Infatti, in linea di massima essi sono realizzati a partire da fonti rinnovabili, e quindi sono degli articoli molto utili all’ambiente in quanto sfruttano le risorse che esso naturalmente ci offre, in maniera sensibile, etica e che non ha un impatto negativo su di esso. Ma di cosa sono composti i piatti biodegradabili, e perché si dice molto spesso che essi siano anche delle soluzioni biologiche e compostabili?
La biodegradabilità di un prodotto è data dalla sua capacità di degradarsi facilmente in natura, senza l’azione di prodotti o sostanze chimiche che, ovviamente, renderebbero nulla questa loro capacità. Più è alto il livello di biodegradabilità, più sarà veloce il processo che porta alla degradazione: e questo significa che avremo l’opportunità di sentirci davvero soddisfatti di aver contribuito al rispetto dell’ambiente perché avremo fatto uso di un prodotto davvero responsabile ed etico. Perché un prodotto sia biodegradabile, serve anche che esso sia un prodotto che proviene da una realizzazione del tutto naturale e che sia realizzato a partire da materie prime naturali: in questo caso, quindi, il piatto biodegradabile si dice anche biologico perché viene prodotto e lavorato a partire da scarti e fibre di piante, come ad esempio la polpa di cellulosa e la canna da zucchero, che emulano le caratteristiche della plastica ma non sono dannose per l’ambiente. Proprio perché si parte da prodotti naturali (che vengono lavorati in maniera altrettanto naturale per arrivare a noi), è chiaro che questi prodotti non possono essere dannosi per l’ambiente perché è di esso che sono figli: pertanto, quando noi andremo a gettare nell’immondizia il prodotto usato, non avremo alcun motivo di sentirci in colpa perché il nostro gesto non sarà stato un gesto sbagliato nei confronti dell’ambiente o scarsamente sensibile nei riguardi del territorio. Anzi, avremo dato un contributo al rispetto del terreno anche rispetto all’uso di prodotti non monouso: non avremo infatti utilizzato detersivi per lavare i piatti tradizionali (quindi nessun prodotto chimico che va a finire nello scarico) e non avremo usato piatti in plastica che richiedono moltissimo tempo per essere degradati.
Inoltre, i prodotti naturali di cui essi sono composti (come appunto la polpa di cellulosa, la canna da zucchero, il legno di betulla ed altri tipi di scarti o fibre naturali di piante) rendono questi piatti anche compostabili: significa che essi possono essere gettati nei rifiuti organici, e che quindi ci permettono di contribuire al rinnovamento delle risorse naturali perché, dopo il processo di degradazione e di decomposizione con l’ausilio di agenti e sostanze naturali come enzimi, insetti e batteri, essi diventeranno un fertile humus per il terreno.